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Il lavoro cambia l'agricoltura

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Comunicato stampa Alpaa 13 maggio 2019

Si è tenuto a Salerno lo scorso 10 maggio 2019 il seminario organizzato dall’ALPAA dal titolo: “I piccoli produttori agricoli nella nuova PAC – analisi e prospettive”. Il seminario organizzato all’interno del progetto europeo VS/2019/003/0026 "Sviluppo occupazionale sostenibile e socialmente responsabile: il contributo di nuovi modelli agricoli, uno strumento per l'integrazione e la rivitalizzazione delle aree rurali”- finanziato dalla Commissione Europea Dg Occupazione, affari sociali e inclusione. Durante i lavori è stato dibattuto su come intervenire e quale contributo si può dare su due aspetti particolari della PAC, delicati e sensibili: l’agricoltura nelle aree rurali e i piccoli agricoltori. Due questioni che nella loro specifica particolarità, si intrecciano nell’obiettivo di rilanciare le aree rurali in Europa e dunque in Italia, partendo dalla PAC: uno dei principali pilastri dell’Unione Europea, che nonostante i suoi effetti positivi nel sostenere i livelli produttivi del settore primario, non è riuscita a incidere in modo adeguato sul piano sociale e sullo sviluppo delle aree rurali. Le zone interne e rurali, non possono più essere considerate aree marginali e luoghi di vita degli emarginati, o di quel che rimane degli operai forestali, visti spesso e a torto come il fruttodell’assistenzialismo.

Nella sua relazione il Presidente dell’ Alpaa Luigi Rotella ha ribadito che “Bisogna sostenere con forza la necessità di affermare un nuovo modello agricolo incentrato sul coinvolgimento delle comunità locali per definire nuovi strumenti e servizi innovativi, in una visione della società̀ fondata su pratiche sociali, economiche e ambientali sostenibili, che non sia, beninteso necessariamente in conflitto col modello industriale, ma non deve neppure essere soccombente a esso. Si tratta, a ben vedere, di un modello agricolo adatto ai piccoli agricoltori, da sempre disponibili a intrecciare lo “scambio mercantile” con valori di relazione; un modello agricolo sostenuto dalla comunità per migliorare la qualità della vita nei sistemi locali. Ciò comporta la necessità di ridefinire la Politica Agricola Comune e quella nazionale affinché le risorse della PAC generino effetti positivi, durevoli e strutturali. I piccoli produttori agricoli sono coloro che stanno pagando il maggiore prezzo delle contraddizioni della modello agricolo italiano, sul piano fiscale, economico e della stessa PAC. Con il passaggio dalla vecchia alla vigente programmazione europea, il numero dei piccoli produttori/beneficiari dei pagamenti diretti si è notevolmente ridotto. Soprattutto nel Mezzogiorno. Per effetto del limite minimo dei pagamenti diretti adottato dall’Italia, pari a 250 euro nel 2015 e a 300 euro dal 2017 in avanti, ben oltre il 25% dei piccoli produttori agricoli sono stati esclusi dal premio unico della PAC in Italia.Dice, ilgoverno del cambiamento, che una tale scelta “potrebbe portare, nel breve periodo, a unariduzione della competitività dell’UE”.Certo, è possibile. E’ possibile che ciò accada: ma può l’Europa escludere il 40% dei produttori agricoli dall’orizzonte della PAC? Noi riteniamo di no e ci attiveremo con tutte le nostre forze affinché la PAC sostenga i “custodi” del territorio, dell’ambiente, del paesaggio, quelli veri, anche quelli piccoli e piccolissimi; ed escluda invece chi usa la terra per meri fini speculativi o per trarne soltanto rendite e profittiparassitari”.

Ai lavori hanno partecipato: Nicola Ricci – Segretario generale CGIL Campania, Giuseppe Carotenuto – Segretario Generale FLAI Campania, Francesca Zappalà – Project manager, Filippo Diasco- Direttore generale Politiche Agricole Regione Campania, Stefano Ciliberti – Ricercatore politiche agricole comunitarie Università degli Studi Di Perugia, Andrea Cozzolino – Europarlamentare europeo, Valeria Valente Senatrice partito democratico, Arnd Spahn – Segretario generale Effat agricoltura, Tonino Russo – segreteria nazionale Flai.

Galleria fotografica del seminario

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