|
Presentazione Piano Olivicolo Nazionale 15.07.2016
San Severo, Puglia.
Convegno sul "Piano Olivicolo Nazionale: prospettive e opportunità".
Organizzato da ALPAA e ACLI TERRA, cui hanno partecipato le principali Associazioni nazionali di olivicoltori UNAPOL e CNO e l'onorevole Colomba Mongello, componente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Sintesi dell'intervento del Presidente nazionale dell'ALPAA, Gino Rotella.
Il nuovo Piano Olivicolo Nazionale può rappresentare una opportunità di rilancio del settore sia per le olive destinate alla produzione di olio sia per quelle da tavola. Il Piano prevede azioni specifiche rivolte all'incremento della produzione, alla promozione dell'attività di ricerca, alla valorizzazione delle produzioni nazionali, al recupero delle cultivar nazionali di olive da mensa e, soprattutto, al sostegno dell'aggregazione e all'organizzazione economica della filiera olivicola.
Un piano complesso con il budget di 32 milioni di euro, assolutamente insufficiente rispetto alla risorse necessarie. Perciò vanno trovati punti di intreccio con i bandi dei PSR in via di emanazione da parte delle regioni le cui risorse possono fare la differenza, purché orientate a risolvere le criticità di sistema che caratterizzano l'agricoltura italiana.
L'olivicoltura attraversa una crisi molto profonda. La produzione nazionale è assolutamente insufficiente a soddisfare il consumo di olio, e sul mercato si trovano prodotti inqualificabili quando non adulterati da mano criminale. C'è uno spazio enorme per l'olio di qualità, ma per incrementarne la produzione bisogna attivare una politica agraria e disporre azioni di accompagnamento rivolte al fattore umano ossia alla riqualificazione dell'agricoltore, e all'organizzazione della filiera senza escludere, come spesso avviene, i piccoli produttori considerati, non sempre a ragione, espressione di una economia "marginale" e sinonimo di arretratezza, a prescindere. Conseguentemente, invece di approntare e disporre appropriate politiche inclusive, come peraltro il Piano indica, si esclude il 67% dei produttori olivicoli da ogni ipotesi di sviluppo del settore.
I segnali iniziali non sono di buon auspicio. Dall'approvazione del Piano è trascorso inutilmente un anno per far approvare dalla Conferenza Stato-Regioni il primo decreto attuativo. Segno evidente di contrasti tra autorità concorrenti, e non è ancora finita dato che il MIPAF ne deve emanare altri. Una telenovela che danneggia il settore, in particolar modo le figure sociali più deboli come, ad esempio, i piccoli produttori olivicoli.
Il nostro impegno sarà totale, e nelle prossime settimane ci attiveremo per incalzare il MIPAF a completare il percorso attuativo del Piano, e il Parlamento ad approvare una nuova legge sulle attività contadine, unificando le proposte di legge già presentate da diversi gruppi alla Camera, e per la qualificazione giuridica dei piccoli produttori agricoli e delle "figure miste" che operano nel settore agricolo.
|
|