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Appello al voto per il referendum sulle trivelle
17 aprile 2016
Carissime/i,
domenica prossima si vota per il referendum sulle trivelle.
Il quesito referendario sopravvissuto ai sei inizialmente proposti, a mio parere, non è fondamentale rispetto al tema complessivo, giacché non ha alcun effetto pratico sulle trivellazioni situate oltre le 12 miglia dalle coste e quelle sulla terraferma.
Rimane il fatto che se vince il NO le compagnie petrolifere potranno trivellare entro le 12 miglia dalle coste fino alla fine del giacimento petrolifero, la vittoria del SI invece farebbe cessare le trivellazioni allo scadere dei contratti in corso.
Perché dunque votare sì?
Votare SI' non e' una scelta ideologica, ne' tanto meno politica. E' semplicemente una decisione ponderata per difendere il mare nella complessità dei diversi aspetti: ambientale, economico e sociale.
Votare SI' quale straordinaria occasione per rilanciare il dibattito sulla necessità di avere una politica energetica adeguata ai cambiamenti climatici in atto, basata su nuovi modelli di produzione energetica per ridurre l'uso di combustibili fossili, incentivare le energie rinnovabili e porre con maggiore forza la necessità di salvaguardare l'integrità dei fondali, la biodiversità marina e la più complessiva economia delle coste del nostro paese.
Votare SI' per tutelare il mare, i pescatori, l'habitat marino, i consumatori; per preservare un bene comune come il mare dai danni che le trivellazioni, con la tecnica dell'air-gun, producono, ovvero: mortalità per le forme giovanili di pesca e crostacei; danni fisiologici ai cetacei fino a compromettere il funzionamento del biosonar dei delfini; modifica i naturali flussi migratori del pesce azzurro; riduce l'attività di pesca; immette in mare detriti e materiali di risulta.
Votare SI' non vuol dire perdere posti di lavoro: basta investire su tipologie diverse di produzione energetica e sulla riceca per creare un nuovo e differente modello di sviluppo.
TUTTE BUONE RAGIONI PER ANDARE A VOTARE. PER VOTARE SI'.
Un caro saluto,
Gino Rotella
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